Con il racconto Una luce, però, ci ha aiutati a inaugurare una nuova caratteristica di Altrisogni: la presenza di Ospiti d'eccezione (e il maiuscolo è voluto), autori professionisti presenti sulle nostre pagine, di fianco a esordienti e narratori che ancora stanno muovendo i primi (o i secondi) passi.
Come con ogni altro autore dei racconti che pubblichiamo, abbiamo rivolto a Claudio le tre domande di rito delle nostre micro-interviste. Ecco cosa ne è emerso.
Altrisogni: Sembra non essere un buon periodo per la narrativa horror in Italia: gli editori che pubblicavano questo genere stanno chiudendo i rubinetti e l'orrore di qualità è sempre minore. Quale credi siano le mosse che dovrebbe o potrebbe compiere uno scrittore horror in questo momento?
Claudio Vergnani: Mi verrebbe da dire "presentarsi agli editori con un nome angloamericano", o alla peggio, francese. Oppure smettere di scrivere horror. Peccato, però, perchè è fin troppo scontato che un'area geografica non renda nè migliore nè peggiore uno scrittore, ma tant'è. Gli editori probabilmente sanno che un nome straniero garantisce un numero minimo di copie vendute, mentre con gli italiani questa sicurezza pare non esserci. Una questione economica. La nostra società è questa, poco altro da dire.
A.: Hai pubblicato una trilogia sui vampiri, una figura di grande fascino e successo. Recentemente abbiamo visto alla ribalta gli zombie. Credi che prossimamente vedremo assurgere al ruolo di protagonista qualcun altra delle figure archetipe dell'orrore? Cosa ne pensi?
C.V.: Non lo so. Credo che lo zombie, come ce l'ha presentato essenzialmente il cinema, sia una figura a parte rispetto a quelle tradizionali (e riccamente documentate in letteratura) quali appunto vampiri, licantropi, demoni vari, streghe ecc... Personalmente ritengo che lo zombie tocchi corde profonde e sensibili all'interno dell'animo e delle paure umane. È l'orrore senza rimedio e lo stravolgimento di tutto ciò di cui sono fatte le nostre effimere speranze. È quindi materia che va affrontata, ritengo, con estrema attenzione e rispetto. Il tema della Morte che vive travalica i confini del genere. Per inciso, sto scrivendo qualcosa sul tema. Vedremo.
A.: Hai mandato ad Altrisogni un racconto breve in cui abbiamo ravvisato suggestioni Kinghiane. Ci è piaciuto molto. Credi ci sia spazio in Italia per i racconti e per chi vuole scriverne? Qual è la tua posizione in merito alla narrativa breve, visto che hai lavorato a lungo su tre corposi romanzi?
C.V.: Vi confesso (lo dico piano) che il primo King l'ho letto solo un anno o due fa, e francamente non mi incantò. Piuttosto, il racconto che vi ho inviato si rifa a un Matheson d'annata, ma questo cambia poco rispetto alla domanda che mi avete fatto. In campo horror, solitamente il racconto breve è la prova principale per un autore. Un lungo romanzo può vincere "ai punti" il confronto con il lettore, ma il racconto breve è costretto a vincere "per KO" con un'idea valida. Non so che spazio ci sia, ma non credo che siano in tanti, come voi, ad avere la passione, le competenze e la disponibilità per promuovere la cultura del racconto. Temo stiamo vivendo i secoli bui del genere. Possiamo solo attendere un nuovo rinascimento.
L'ora più buia (Gargoyle, 2011) è il terzo volume dell'apprezzata trilogia vampirica di Vergnani. |
Proprio come ci insegna Claudio, che ringraziamo per la disponibilità e per l'amicizia e il cui racconto Una luce vi invitiamo a leggere su Altrisogni n.5.
E se volete assaggiare la sua trilogia vampirica, dal 14 Febbraio Gargoyle Books ripropone in libreria il primo capitolo, Il 18° vampiro, in edizione economica!
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