martedì 9 ottobre 2012

Altrisogni 5: intervista a Francesco Lettera, compositore


Altrisogni 5 è un numero rivoluzionario e innovativo, per noi molto importante: non solo ospita come artista di copertina la fotografa Samuela Iaconis a cui già abbiamo dedicato un'intervista, ma vede anche la collaborazione di Francesco Lettera, musicista e compositore, che per l'occasione ha realizzato un brano musicale inedito di altissimo livello qualitativo, in tema con il concetto della nostra copertina e delle fotografie interne: una rivisitazione weird di Alice nel paese delle meraviglie.

Per la prima volta Altrisogni ha offerto un contenuto audio, un brano musicale originale in formato MP3. Per giunta senza alcun aumento del prezzo di copertina. 

Ciò è stato possibile grazie alla cortesia e alla professionalità di Francesco che, nel corso dei mesi in cui abbiamo collaborato al progetto, si è dimostrato subito sintonizzato con le nostre "frequenze" e con ciò che volevamo dare ai lettori. Il suo Alice comincia e si chiude con l'inquietante ticchettio di un orologio ed è magnifico ascoltarlo osservando la nostra copertina. 

Il resto del brano si sposa con le atmosfere cupe dei racconti, con le visioni bizzarre e le suggestioni dei nostri articoli. Il fatto poi che l’opera sia in formato MP3 la rende facilmente “trasportabile” su qualunque player musicale e ascoltabile liberamente.



Ma chi è Francesco Lettera? 
È un musicista foggiano, nato nel 1976. Amante della musica sin da quando era bambino, ha affrontato dieci anni di studi pianistici e si è poi dedicato alla composizione jazz con un insegnante privato, approdando infine nel 2006 alla scrittura orchestrale, che da allora non ha più abbandonato. 

Ha all’attivo cinque album: Vertigini (2006), Time (2006), The Wizard of Oz (2007), Alice in Wonderland (2009) e The Strange Italian Case (2011).

Per conoscerlo meglio gli abbiamo rivolto alcune domande…

Altrisogni: Sei il primo artista musicale che ospitiamo sulle nostre pagine e siamo molto contenti di iniziare con te. Raccontaci, quando è iniziata la tua passione per la musica?

Francesco Lettera: Fu mio padre a comprare – a mia insaputa – un pianoforte a muro. Avevo otto anni. Devo ringraziare il suo rigore: i primi quattro anni sono stati pura devozione, non passione. Poi l’esercizio si trasformò in passione.


A: Alice, il brano che hai creato appositamente per questo numero della nostra rivista, è una composizione di stampo orchestrale dal respiro molto cinematografico, addirittura hollywoodiano. Quali sono i compositori a cui ti senti più vicino stilisticamente? Puoi citare tre colonne sonore che apprezzi in modo particolare?

F.L.: Grazie per gli aggettivi. Mi sento vicino a tutti perché sono esattamente un copista. Ascolto e, come un chirurgo sonoro, seziono le parti. A volte mi piace l’orchestrazione e cerco di imitarla, altre volte adoro l’arrangiamento, un tema, l’armonia. Non riesco mai a copiare esattamente, è questo il bello che dà varietà al mio lavoro. Amo le colonne sonore – per rispondere alla seconda domanda – dal sapore ambiguo, dai risultati non sempre scontati. Mi infastidisce il tema prevedibile, o comunque la reiterazione continua e pedissequa di un tema. Ecco, forse è più facile dire cosa trovo difficoltoso per le mie trombe. Citerei Star Trek per la sua potenza di orchestrazione, lo stesso Danny Elfman quando scrive per Burton, ma anche John Williams: sì, questi mi istigano al piacere. Per non parlare di Morricone, ma il Morricone di Bianco Rosso e Verdone. Per esempio, il tema sotto il personaggio di Ametrano ha un’orchestrazione semplice e golosa: quando esce dall’autogrill e scopre che gli hanno fregato il cibo… come sottolinea Morricone quella scena è pura arte! Ma in tutte le scene di Ametrano c’è genio musicale.

Francesco ha realizzato commenti musicali anche per l'estero, come nel caso
di "Discover the Hills", filmato promozionale per i parchi naturali canadesi.

A: Come sei giunto all’ispirazione necessaria per comporre Alice? Hai avuto subito l’idea o è stato necessario “cercarla”? Come hai proceduto poi alla realizzazione?

F.L.: Vi prego, non consideratemi spocchioso, ma non credo nell’ispirazione. È un concetto sul quale ho meditato a fondo. E sposo in pieno il modus operandi di Stravinsky in proposito. Era un metodico della composizione, componeva anche quando non ne aveva voglia. L’emozione è di chi ascolta, è una qualità esclusiva di chi ascolta, non di chi produce. Per Alice ho ipotizzato. Ho guardato le fotografie che mi avete mostrato (gli scatti di Samuela Iaconis - NdR) e ho pensato alla sequenza timbrica: per esempio, volevo iniziare con una dissonanza, poi violoncelli grevi e sfumare in un tema arioso. Però sono stato attentissimo alla riproduzione del tema sotto mentite spoglie. Questa è l’unica regola che amo seguire quando scrivo: mi piace ripetere una sequenza nascondendola, dilatandola, accorciandola. È un lavoro squisitamente matematico. Poi c’è il gusto personale sul timbro, sull’orchestrazione e sull’arrangiamento.


A: Qual è il tuo bagaglio di “immaginario fantastico”? Sei un lettore di romanzi e fumetti, un amante di cinema e serie tv o hai altri riferimenti? Insomma, da quale “ambiente fantastico” arrivi? O sei lontano dal mondo del fantastico? 

F.L.: Il mio immaginario fantastico inizia con Debussy e il suo Prélude à l’après-midi d’un faune. Poi ho letto Rimbaud, Baudelaire e I Canti di Maldoror. Sono vittima di Tolkien, ahimè, e di Poe. Ultimamente però ho scoperto il fumetto di Vittorio Giardino: ho letto Jonas Fink. Sono un disordinato lettore.



A: Hai mai scritto musica che potesse accompagnare un’esperienza di lettura? Se dovessi creare la colonna sonora di un racconto in che modo vorresti lavorare?

F.L.: Acquistavo in edicola Speak Up e, ogni tanto, allegavano degli audiobook in inglese. Uno di questi era Frankenstein, un audiobook con musiche splendide. Ho scritto musiche per un paio di opere teatrali contemporanee, ma mai per un audiobook. È ovvio che la musica, in un contesto letterario, sarebbe da contorno, da tappezzeria (per dirla à la Satie): ma per me non è un’accezione negativa, anzi. Basta avere la consapevolezza del contesto. Punto. Per molti è prostituzione, per me è sperimentazione.


A: Cosa ne pensi della forma narrativa del racconto?

F.L.: Concordo con chi sostiene che sia più difficile scrivere un racconto di un romanzo. Per certi versi. Nel racconto giocano dinamiche più complesse per mantenere la curva d’attenzione. Un racconto è un incastro perfetto, mentre un romanzo può avere sbavature, perdite stilistiche più o meno lunghe. Ma non ha gli stessi “doveri” del racconto.


Il metodo e l'approccio di Francesco alla musica sono elementi che a noi personalmente piacciono molto, perché raccontano una storia fatta di impegno professionale, dedizione ma anche amore per la propria materia.

È possibile contattarlo e ascoltare anteprime dei suoi album tramite il suo sito personale, all'indirizzo web: www.francescolettera.it. In particolare, alla pagina Discography possiamo trovare un link al suo album Alice in Wonderland, acquistabile su iTunes, di cui possiamo ascoltare le anteprime di tre brani.

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