lunedì 5 agosto 2013

10 domande a Francesco Verso - "Livido" (Delos Books)

Nella sezione del nostro blog intitolata “10 domande a…” miriamo ad approfondire la conoscenza di autori italiani di narrativa horror, sci-fi o weird. Quest’oggi ospitiamo con piacere lo scrittore Francesco Verso, in una intervista curata da Luca Ducceschi, e l'occasione si rivela perfetta per parlare del suo ultimo romanzo Livido, edito in formato cartaceo ed elettronico da Delos Books.
Francesco scrive “narrativa di genere fantascientifico”, come ci tiene a precisare egli stesso nella homepage del suo sito web. E in un paese come il nostro, in cui gli autori e/o gli editori cercano spesso di commercializzare la fantascienza mascherandola sotto etichette più mainstream, una dichiarazione di intenti così onesta ci pare già di per sé altamente apprezzabile.
Con all’attivo tre romanzi (uno finalista del Premio Urania, uno vincitore del Premio Urania e uno vincitore del Premio Odissea), otto racconti editi, diversi progetti legati al teatro e al cinema, un audioracconto e ancora due romanzi in attesa di editore, poi, non ci sono dubbi sul fatto che Francesco Verso cerchi di narrare la fantascienza sempre e con ogni strumento. E questo ci fa venire ancor più voglia di conoscerlo meglio...



#01
Altrisogni: Con il tuo ultimo romanzo Livido e con il precedente e-Doll hai vinto nel giro di pochi anni quelli che sono probabilmente i due premi letterari di genere più importanti in Italia. I due romanzi hanno dovuto aspettare molto prima di trovare questo sbocco? Avevi ricevuto altri feedback da parte del mondo dell'editoria? 

Francesco Verso: Sia Livido che e-Doll hanno partecipato a due premi nazionali, quindi una volta scritti, editati e spediti i tempi di attesa sono stati quelli relativi alle scadenze dei concorsi. Scrivendo narrativa di genere, i miei riferimenti erano proprio la collana Urania di Mondadori e Odissea di Delos Books. Mi ritengo molto fortunato ad aver vinto entrambi i premi nel giro di tre anni. Con i prossimi romanzi – BloodBusters e i Camminatori - spero di avere risposte anche da altri “mondi” editoriali. So che i tempi sono lunghi; io intanto continuo a scrivere. 

#02 
 A.: Antidoti umani è stato finalista anni fa al premio Urania. Che ne è oggi di quel romanzo? 

F.V.: Antidoti umani ha avuto un’esistenza travagliata. È passato attraverso le paludi dell’editoria a pagamento, quando non sapevo neppure cosa fosse l’editoria; è stato ripubblicato dalla EDS (Edizioni Diversa Sintonia) di Marco Milani in una piccola tiratura e infine è uscito in ebook per i tipi di Kipple Officina Libraria. In questi tre passaggi il testo si è asciugato da circa 520 pagine della prima edizione a 360 della seconda, per finire con le 290 di quella digitale.
In meno di due anni, Antidoti umani ha venduto circa 450 copie digitali, un buon risultato secondo me, anche considerato che il mercato degli ebook oltre a essere piccolo è appena nato, che è il primo romanzo che ho scritto e che viene scaricato circa 20 volte al mese. 

#03 
A.: Come ti poni nei confronti dei tuoi libri? Ovvero, quando scrivi la parola Fine la consideri una cosa "definitiva" o ti capita di tornare su un testo nel corso del tempo, in attesa della pubblicazione? 

F.V.: Regola vorrebbe che alla parola fine corrisponda anche la Fine del romanzo. Io cerco di rispettarla, anche se a volte esistono “Fini” diverse, dovute a richieste editoriali oppure ad adattamenti: ad esempio collaboro con una compagnia teatrale allo spettacolo di fantascienza The Milky Way, dove sono presenti dei miei racconti e allo sviluppo di una web-series insieme alla Grapevine Studio. 

#04 
A.: Cosa puoi dirci del tuo rapporto con l'editing precedente la pubblicazione? 

F.V.: L’editing è diventato un momento via via più importante nel processo di scrittura. Se prima, per mancanza di conoscenze, facevo tutto da solo, adesso mi affido in prima battuta a un “focus group” di cinque o sei “power reader”, lettori forti che mi seguono da anni. E in seconda battuta a degli editor professionisti per un’altra revisione del testo. Da anni, le case editrici – o almeno la maggior parte di loro – non hanno più il tempo né le risorse per svolgere questa funzione internamente che quindi delegano ad altri (vedi, autori, editor free-lance, agenzie letterarie).

#05 
A.: Hai scritto anche diversi racconti. Quale metodo di lavoro usi per essi? Ami scriverne in libertà, o solo su richiesta e con sbocchi editoriali certi? 

F.V.: Scrivo pochi racconti. Mi piace dedicarmi alla “maratona” del romanzo, piuttosto che allo “sprint” del racconto breve, che però apprezzo molto per la sua capacità di trasmettere il massimo del significato nel minor numero di parole possibili.
A volte mi chiedono dei racconti, a volte ne scrivo in libertà. Non seguo regole precise. 

#06 
A.: Un romanzo pubblicato nella collana Urania e distribuito in edicola regala certamente una notevole visibilità in termini mediatici per gli appassionati, in un circuito alternativo alla libreria. Per contro, ha vita commerciale breve, brevissima: come autore, cosa puoi raccontarci di quest’esperienza, confrontata con le uscite tradizionali in libreria? Sappiamo che il tuo ultimo romanzo Livido, edito da Delos, è distribuito da un marchio importante come PDE. Puoi già ragionare sulle differenze, anche se il romanzo è uscito solo da pochi mesi? 

F.V.: Di certo pubblicare su Urania è un ottimo trampolino di lancio: tiratura di circa 13.000 copie e venduto del 50% (dati variabili da testo a testo). Tuttavia, essendo una rivista storica, venduta principalmente in abbonamento, è Urania che vende non l’autore, tanto che il nome della rivista è scritto più grande di quello dell’autore, il che editorialmente ha un senso.
Diverso è il discorso in libreria. Livido è uscito da poco ma è possibile seguirne la vita da vicino, facendo presentazioni, partecipando a fiere e manifestazioni di vario genere. Più canali si aprono e maggiori sono i contatti con il pubblico. Da questo punto di vista, l’editoria digitale – con la sua reperibilità “infinita” e facilità all’acquisto – è un passo ulteriore che avvicina l’autore ai suoi lettori. 

#07 
A.: A proposito di distribuzione e visibilità, come ti poni nei confronti dell'editoria digitale? Sappiamo che collabori con una realtà importante come Kipple. 

F.V.: Credo che la carta non scomparirà mai. Così come è già avvenuto per altri mezzi di comunicazione, quali la musica e i film, l’offerta culturale si va ampliando, nella speranza soprattutto di aumentare il numero dei lettori/fruitori.
Con Kipple, insieme all’editore Kremo, a Sandro Battisti e Luigi Milani, abbiamo rilanciato la collana di narrativa Avatar (solo in digitale) che punta su contenuti fantastici, di speculazione e anticipazione, nel solco della migliore fantascienza attualizzata con le tendenze del momento. 

#08 
A.: Un limite delle uscite in digitale è una certa difficoltà nel poter promuovere e presentare i propri libri presso librerie, circoli e durante eventi e fiere. Manca “l’oggetto fisico” da promuovere. Oltre che della fase di promozione, ritieni che l'incontro e il confronto con i lettori sia una parte fondamentale anche del percorso di crescita di un autore? 

F.V.: Sì, un autore non può più permettersi di portare avanti il proprio percorso di crescita senza una “piattaforma di comunicazione sociale”, non dico strettamente orientata al marketing e alla promozione, bensì all’informazione e al trasferimento di valore: che poi siano altri professionisti del settore editoriale o lettori, la sostanza non cambia. Il confronto, se condotto nel modo giusto, arricchisce sempre. Sulla mia pagina autore di Facebook per esempio non parlo solo dei miei romanzi ma cerco di fungere da aggregatore e punto di riferimento per chiunque sia interessato al concetto di futuro. 

#09 
A.: Un tuo parere sul panorama italiano contemporaneo in termini di sci-fi. Cosa vedi? 

F.V.: Vedo fermento, vedo interesse per il genere. Ci sono tante realtà emergenti, legate soprattutto al digitale (sia nella forma dell’ebook che ad esempio per quanto riguarda i film, i corti e le web-series finanziate tramite crowdfunding oppure le graphic novel su tablet o anche le app). Si stanno sperimentando nuove forme espressive e quegli autori che sapranno intercettare queste tendenze avranno sicuramente un mercato di riferimento a cui potersi rivolgere nei prossimi anni. 

#10 
A.: Torniamo al tuo romanzo vincitore del premio Odissea, Livido. Come è nato? Prima abbiamo parlato dello sbocco editoriale, ma ripercorrendo le fasi di ideazione, stesura, revisione e invio cosa puoi raccontarci del “dietro le quinte”? E quali sono state le tue maggiori fonti di ispirazione per un’ambientazione così “forte”? 

F.V.: Livido è nato da una scena a cui ho assistito fuori da un mercatino dell’usato a Roma insieme a mia moglie. Dentro un grosso cassonetto della spazzatura abbiamo visto un ragazzino che aveva trovato una bambola grande quanto lui: la puliva e le accarezzava i capelli rosso fuoco come quella se fosse la sua fidanzatina. A un certo punto è arrivata la madre che lo ha tirato fuori dal cassonetto, ma lui è riuscito a portarsi dietro la bambola. Questa immagine mi ha colpito molto e sono corso a casa a buttare giù la trama del romanzo. Le maggiori fonti di ispirazione per Livido provengono dal romanzo del compianto Iain Banks La fabbrica delle vespe e dalle storie di Chuck Palahniuk, su tutte Survivor, Soffocare e Fight Club. Poi c’è la cronaca di tutti i giorni, quella legata al problema dei rifiuti: rifiuti materiali, rifiuti affettivi, rifiuti sociali. 

Ringraziamo Francesco Verso per aver risposto alle nostre dieci domande con dovizia di particolari e... per la sua dedizione professionale a un genere che amiamo particolarmente. Ci auguriamo di poter leggere presto i suoi romanzi di fantascienza oggi inediti e gli auguriamo buona scrittura.


SCHEDA DELL'OPERA

Livido (Delos Books),
romanzo di Francesco Verso

  • Titolo: Livido
  • Autore: Francesco Verso
  • Editore: Delos Books
  • Collana: Odissea Fantascienza
  • Pagine: 250
  • Prezzo: 14,80 euro (cartaceo) / 3,99 euro (ePub / Mobi)




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