venerdì 24 luglio 2015

I (di)segni del cambiamento

La copertina del mai pubblicato Altrisogni n.7, disegnata da Giorgio Borroni.
L’ebook Altrisogni Vol.1 avrebbe dovuto avere inizialmente un altro aspetto e formato, come probabilmente molti di voi sapranno se hanno già letto l’antologia stessa o i comunicati stampa che abbiamo rilasciato dopo la sua uscita oppure questo post. L'ebook avrebbe inoltre dovuto essere pubblicato circa un anno fa, come rivista e non antologia, essere numerato con il n.7 e mostrare un’altra copertina.
Le scelte editoriali ci hanno portato però in una direzione diversa, avviando la "nuova vita" di Altrisogni, e questo ha comportato un cambio anche nell’“atmosfera grafica”. Peccato che avessimo già da tempo pronte sia la copertina sia le illustrazioni interne per Altrisogni n.7, realizzate dall’illustratore Giorgio Borroni con grande passione e dedizione.
Non ci piaceva per niente l’idea di vanificare un lavoro già fatto, al quale era stato dedicato tempo e sudore, ed è per questo che, con l’avvicendarsi degli illustratori, abbiamo anche deciso di dedicare uno spazio a Giorgio per farvelo conoscere, mostrarvi il suo lavoro e quello che Altrisogni n.7 avrebbe potuto essere se avessimo mantenuto la vecchia linea editoriale.

Anche perché, va detto, Giorgio Borroni non è un semplice illustratore, ma un amante del fantastico tout court e un professionista in campo editoriale. Insomma, una di quelle figure crossover che a noi piacciono tanto. Nato nel 1977, ha curato e tradotto le edizioni di Frankenstein di Mary Shelley per Feltrinelli e di Dracula di Bram Stoker per Barbera. Da sempre appassionato di fumetti, ha collaborato con Edizioni BD e J-pop per la traduzione di graphic novel come Parker di Darwyn Cooke, Body Bags di Jason Pearson e di alcune serie manga. Un suo breve racconto, “L’America che non conosci”, è stato pubblicato da Dunwich Edizioni all’interno dell’antologia horror La serra trema. Recentemente ha scritto tre racconti di genere horror e fantascienza – “Hello Darkness”, “Midnight Club” e “Orrore d’autunno” – che sono stati convertiti in audiolibri e distribuiti da Il Narratore Audiolibri.
Come illustratore ha lavorato a numerose copertine della webzine Anonima Gidierre, è stato pubblicato sulla rivista Weeping Willow e figura nel gioco di ruolo Charme.



Intervista a Giorgio Borroni


Giorgio Borroni, traduttore, scrittore e illustratore
Altrisogni: La tua tavola con il cyber ninja, che doveva essere la copertina di Altrisogni n.7, presenta elementi apparentemente discordanti: una maschera da Oni, una katana, un’armatura robotica e un cannone laser. Nella tua esperienza come si possono ottenere contaminazioni efficaci?

Giorgio Borroni: Direi che è la cultura giapponese stessa a presentare elementi di discordanza: il Giappone ha saputo coniugare l’ipertecnologia con un forte senso di attaccamento alla tradizione. Se prendiamo i robot degli anime dagli anni ‘70 a oggi non possiamo non notare in loro una versione futuristica degli antichi samurai, a cominciare dalle armi che utilizzano (evoluzioni delle antiche katane) per finire con le loro armature dal look che ricorda il periodo Sengoku. Ho sempre cercato di contaminare il passato con il futuro, senza chiedermi bene come: mi viene semplicemente naturale. Attualmente oltre all'illustrazione ho cercato di fondere il racconto horror tradizionale con un nuovo tipo di approccio tecnologico quale è l'audiolibro: un mezzo ancora non molto popolare in Italia ma che ha un grandissimo potenziale mediatico.

A: Quali sono i tuoi artisti di riferimento? Chi ha plasmato il tuo stile e influenzato il tuo modo di costruire le immagini?

G.B.: Sul versante asiatico i miei artisti di riferimento sono principalmente Ryoichi Ikegami e tutti gli autori di Gekiga, i manga realistici; invece sul versante occidentale il primo artista a colpirmi con il suo stile è James O’Barr, l’autore de Il Corvo. Mi ha sempre affascinato l’arte del tratteggio e ne ho sempre fatto un punto di forza. Quando mi è stato chiesto da voi di rinunciarci per questioni di scelte editoriali mi sono detto che non ce l’avrei fatta, ma poi, visto che non mi sottraggo alle sfide, ho provato a modificare lo stile e credo proprio che mi abbia fatto bene: ho imparato qualcosa di nuovo.


"Karatech", illustrazione di Giorgio Borroni per gli interni di Altrisogni n.7
"Karatech", illustrazione di Giorgio Borroni per gli interni di Altrisogni n.7.

A: Quando lavori su un’illustrazione, per te si tratta di una sorta di “istantanea” oppure la concepisci come “parte di una storia”? Riusciresti a lavorare nell’altro modo?

G.B.: Direi che è un’istantanea da cui si può evincere una storia. Inizialmente mi si presenta subito davanti agli occhi la scena, poi aggiungendo i dettagli faccio in modo che questa scena abbia anche un contesto. Nell’illustrazione del karateka e i robot, ad esempio, quel che volevo all’inizio era qualcosa di gigantesco e di forte impatto: poi man mano che ci lavoravo ho aggiunto anche degli elementi rétro, in modo da far intuire che si trattava di una versione alternativa della Seconda Guerra Mondiale. Insomma, vorrei che le mie illustrazioni non si limitassero solo a colpire alla prima occhiata ma che emergesse anche una sorta di background.


"Cyborg Club", illustrazione di Giorgio Borroni per gli interni di Altrisogni n.7
"Cyborg Club", illustrazione di Giorgio Borroni per gli interni di Altrisogni n.7.

A: Sempre più computer, sempre più cinema e videogiochi che influenzano il mondo del fantastico: c’è spazio per i vecchi strumenti, la carta, il colore steso a mano? Anche l’illustrazione sta diventando sempre più moderna e fantascientifica? Come ti vedi in questo “flusso”?

G.B.: Io non sono arroccato sui vecchi mezzi nel produrre arte: per intendersi, non sono uno di quelli a cui manca l’odore della carta stampata… preferisco di gran lunga il mio Kobo. Lo stesso ovviamente si può dire per l’illustrazione: è inevitabile che nuovi strumenti come la tavoletta grafica Wacom Cintiq si facciano sempre più largo, io stesso non uso più la carta e le stilografiche. La Cintiq mi ha cambiato la vita rendendomi più sicuro e mettendomi in condizione di fare più versioni della stessa illustrazione. Amo i nuovi mezzi ma sono convinto che possano essere associati ai vecchi: nel mondo dell’arte c’è spazio per tutti, basta liberare la creatività e avere desiderio di migliorarsi. Mi dà fastidio chi sostiene la superiorità di un mezzo a discapito dell’altro: sono ragionamenti sterili che tolgono tempo alla produzione.


Copertina dell'audiolibro "Hello, Darkness", racconto di Giorgio Borroni.
Copertina dell'audiolibro "Hello, Darkness" di Giorgio Borroni.
A: Sei anche un traduttore professionista in campo editoriale: come riesci a coniugare questo lavoro con la tua passione per la grafica?

G.B.: Diciamo che non traduco sempre, essendo un freelance, e non disegno sempre, andando molto a periodi. In genere quando traduco cerco di ottenere la massima efficienza e la massima velocità di esecuzione. Mi è capitato di tradurre un volume di Zelda da 200 tavole in una giornata buttandomici a capofitto. Per quanto riguarda le illustrazioni è diverso: è più un passatempo, difficilmente lavoro su commissione, tranne pochi casi. Per esempio ho appena prodotto un disegno per un tatuaggio e ultimamente mi sono dato parecchio da fare per una webzine a cui mancavano illustrazioni e mi aveva chiesto una mano, ma queste sono eccezioni. Se la mia capacità di scarabocchiare si può chiamare “talento”, non ne ho molto rispetto, passa sempre in secondo piano e quindi finisco per non coltivarla adeguatamente.


Potete rintracciare e contattare Giorgio tramite il suo profilo Facebook.

> Leggi le interviste agli autori di Altrisogni, Vol.1 <
Roberto Bommarito - Irene Grazzini - Simone Lega - Andrea Carlo Cappi - Yuri Abietti

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