Altrisogni 5 è un numero rivoluzionario e innovativo, per noi molto importante: non
solo ospita come artista di copertina la fotografa Samuela Iaconis a cui
già abbiamo dedicato un'intervista, ma vede anche la collaborazione di
Francesco Lettera, musicista e compositore, che per l'occasione ha realizzato
un brano musicale inedito di altissimo livello qualitativo, in tema con il
concetto della nostra copertina e delle fotografie interne: una rivisitazione
weird di Alice nel paese delle meraviglie.
Per
la prima volta Altrisogni ha offerto un contenuto audio, un brano musicale
originale in formato MP3. Per giunta senza alcun aumento del prezzo di
copertina.
Ciò è stato possibile grazie alla cortesia e alla professionalità di Francesco che, nel corso dei mesi in cui abbiamo collaborato al progetto, si è dimostrato subito sintonizzato con le nostre "frequenze" e con ciò che volevamo dare ai lettori. Il suo Alice comincia e si chiude con l'inquietante ticchettio di un orologio ed è magnifico ascoltarlo osservando la nostra copertina.
Il resto del brano si sposa con le atmosfere cupe dei racconti, con le visioni bizzarre e le suggestioni dei nostri articoli. Il fatto poi che l’opera sia in formato MP3 la rende facilmente “trasportabile” su qualunque player musicale e ascoltabile liberamente.
Ma
chi è Francesco Lettera? Ciò è stato possibile grazie alla cortesia e alla professionalità di Francesco che, nel corso dei mesi in cui abbiamo collaborato al progetto, si è dimostrato subito sintonizzato con le nostre "frequenze" e con ciò che volevamo dare ai lettori. Il suo Alice comincia e si chiude con l'inquietante ticchettio di un orologio ed è magnifico ascoltarlo osservando la nostra copertina.
Il resto del brano si sposa con le atmosfere cupe dei racconti, con le visioni bizzarre e le suggestioni dei nostri articoli. Il fatto poi che l’opera sia in formato MP3 la rende facilmente “trasportabile” su qualunque player musicale e ascoltabile liberamente.
È un musicista foggiano, nato nel 1976. Amante della musica sin da quando era bambino, ha affrontato dieci anni di studi pianistici e si è poi dedicato alla composizione jazz con un insegnante privato, approdando infine nel 2006 alla scrittura orchestrale, che da allora non ha più abbandonato.
Ha all’attivo cinque album: Vertigini (2006), Time (2006), The Wizard of Oz (2007), Alice in Wonderland (2009) e The Strange Italian Case (2011).
Per
conoscerlo meglio gli abbiamo rivolto alcune domande…
Altrisogni: Sei il primo artista musicale che
ospitiamo sulle nostre pagine e siamo molto contenti di iniziare con te.
Raccontaci, quando è iniziata la tua passione per la musica?
Francesco Lettera:
Fu mio padre a comprare – a mia insaputa – un pianoforte a muro. Avevo otto
anni. Devo ringraziare il suo rigore: i primi quattro anni sono stati pura
devozione, non passione. Poi l’esercizio si trasformò in passione.
A: Alice, il brano che hai creato
appositamente per questo numero della nostra rivista, è una composizione di
stampo orchestrale dal respiro molto cinematografico, addirittura
hollywoodiano. Quali sono i compositori a cui ti senti più vicino
stilisticamente? Puoi citare tre colonne sonore che apprezzi in modo
particolare?
F.L.:
Grazie per gli aggettivi. Mi sento vicino a tutti perché sono esattamente un
copista. Ascolto e, come un chirurgo sonoro, seziono le parti. A volte mi piace
l’orchestrazione e cerco di imitarla, altre volte adoro l’arrangiamento, un
tema, l’armonia. Non riesco mai a copiare esattamente, è questo il bello che dà
varietà al mio lavoro. Amo le colonne sonore – per rispondere alla seconda
domanda – dal sapore ambiguo, dai risultati non sempre scontati. Mi
infastidisce il tema prevedibile, o comunque la reiterazione continua e
pedissequa di un tema. Ecco, forse è più facile dire cosa trovo difficoltoso
per le mie trombe. Citerei Star Trek
per la sua potenza di orchestrazione, lo stesso Danny Elfman quando scrive per
Burton, ma anche John Williams: sì, questi mi istigano al piacere. Per non
parlare di Morricone, ma il Morricone di Bianco
Rosso e Verdone. Per esempio, il tema sotto il personaggio di Ametrano ha
un’orchestrazione semplice e golosa: quando esce dall’autogrill e scopre che
gli hanno fregato il cibo… come sottolinea Morricone quella scena è pura arte!
Ma in tutte le scene di Ametrano c’è genio musicale.
Francesco ha realizzato commenti musicali anche per l'estero, come nel caso di "Discover the Hills", filmato promozionale per i parchi naturali canadesi. |
A: Come sei giunto all’ispirazione
necessaria per comporre Alice? Hai avuto subito l’idea o è stato necessario
“cercarla”? Come hai proceduto poi alla realizzazione?
F.L.:
Vi prego, non consideratemi spocchioso, ma non credo nell’ispirazione. È un
concetto sul quale ho meditato a fondo. E sposo in pieno il modus operandi di
Stravinsky in proposito. Era un metodico della composizione, componeva anche
quando non ne aveva voglia. L’emozione è di chi ascolta, è una qualità
esclusiva di chi ascolta, non di chi produce. Per Alice ho ipotizzato. Ho
guardato le fotografie che mi avete mostrato (gli scatti di Samuela Iaconis - NdR) e ho pensato alla sequenza
timbrica: per esempio, volevo iniziare con una dissonanza, poi violoncelli
grevi e sfumare in un tema arioso. Però sono stato attentissimo alla
riproduzione del tema sotto mentite spoglie. Questa è l’unica regola che amo
seguire quando scrivo: mi piace ripetere una sequenza nascondendola,
dilatandola, accorciandola. È un lavoro squisitamente matematico. Poi c’è il
gusto personale sul timbro, sull’orchestrazione e sull’arrangiamento.
A: Qual è il tuo bagaglio di
“immaginario fantastico”? Sei un lettore di romanzi e fumetti, un amante di
cinema e serie tv o hai altri riferimenti? Insomma, da quale “ambiente
fantastico” arrivi? O sei lontano dal mondo del fantastico?
F.L.:
Il mio immaginario fantastico inizia con Debussy e il suo Prélude à l’après-midi d’un faune. Poi ho letto Rimbaud, Baudelaire
e I Canti di Maldoror. Sono vittima
di Tolkien, ahimè, e di Poe. Ultimamente però ho scoperto il fumetto di
Vittorio Giardino: ho letto Jonas Fink.
Sono un disordinato lettore.
A: Hai mai scritto musica che potesse
accompagnare un’esperienza di lettura? Se dovessi creare la colonna sonora di
un racconto in che modo vorresti lavorare?
F.L.:
Acquistavo in edicola Speak Up e,
ogni tanto, allegavano degli audiobook in inglese. Uno di questi era Frankenstein, un audiobook con musiche
splendide. Ho scritto musiche per un paio di opere teatrali contemporanee, ma
mai per un audiobook. È ovvio che la musica, in un contesto letterario, sarebbe
da contorno, da tappezzeria (per dirla à
la Satie): ma per me non è un’accezione negativa, anzi. Basta avere la
consapevolezza del contesto. Punto. Per molti è prostituzione, per me è
sperimentazione.
A: Cosa ne pensi della forma
narrativa del racconto?
F.L.:
Concordo con chi sostiene che sia più difficile scrivere un racconto di un
romanzo. Per certi versi. Nel racconto giocano dinamiche più complesse per
mantenere la curva d’attenzione. Un racconto è un incastro perfetto, mentre un
romanzo può avere sbavature, perdite stilistiche più o meno lunghe. Ma non ha
gli stessi “doveri” del racconto.
Il
metodo e l'approccio di Francesco alla musica sono elementi che a noi
personalmente piacciono molto, perché raccontano una storia fatta di impegno
professionale, dedizione ma anche amore per la propria materia.
È possibile contattarlo e ascoltare anteprime dei suoi album tramite il suo sito personale, all'indirizzo web: www.francescolettera.it. In particolare, alla pagina Discography possiamo trovare un link al suo album Alice in Wonderland, acquistabile su iTunes, di cui possiamo ascoltare le anteprime di tre brani.
È possibile contattarlo e ascoltare anteprime dei suoi album tramite il suo sito personale, all'indirizzo web: www.francescolettera.it. In particolare, alla pagina Discography possiamo trovare un link al suo album Alice in Wonderland, acquistabile su iTunes, di cui possiamo ascoltare le anteprime di tre brani.
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