Valentina Sanseverino ha incontrato Uberto per conto di Altrisogni e gli ha rivolto le tre domande che costituiscono il "giogo" sotto cui deve passare ogni autore che pubblica sulla nostra rivista. Ecco la micro-intervista che ne è scaturita.
Altrisogni: La magia degli abitatori del prima potrebbe far parte di una narrazione più lunga. Come decidi se uno spunto diventerà un racconto o un romanzo?
Uberto Ceretoli: Ogni mio scritto parte da un messaggio per il lettore, una riflessione da porre alla sua attenzione: più tale riflessione è complessa, più l'opera avrà bisogno di respiro narrativo, più è immediata minore sarà, brutalmente, il numero di caratteri. Riguardo La magia degli abitatori del prima volevo scrivere qualcosa per Altrisogni e cimentarmi in un racconto, se avessi avuto materiale per un romanzo avrei sviluppato l'idea e cambiato soggetto per Altrisogni.
A.: Quale approccio utilizzi quando devi lavorare a una nuova ambientazione per una storia?
U.C.: Mi chiedo quali generi risultano migliori per il messaggio. La storia scritta per Altrisogni ha richiesto compromessi con il genere della rivista: niente elfi e nani, per esempio, ma un genere fantastico, horror o fantascientifico. L'ambientazione è venuta di conseguenza. Dopo procedo a ritroso dal finale ponendomi tutte le domande necessarie allo sviluppo logico della narrazione, il che implica tratteggiare non solo i personaggi ma anche e soprattutto l'ambiente sociale che li circonda.
A.: Ormai hai una certa esperienza nella costruzione di universi fantastici. Come si sospende l’incredulità del lettore?
U.C.: I lettori hanno gusti molto diversi e sospenderne l'incredulità con i "connotati descrittivi" diventa soggetto a gusti e conoscenze narrative pregresse del lettore: puoi descrivere un mostro che per alcuni è raccapricciante e ad altri risulta ridicolo. Ho scoperto che non posso aggrapparmi solo al senso di meraviglia destato da creature o luoghi e perciò, per i racconti, ho scelto l'espediente di condurre i personaggi (e con loro i lettori) verso un finale inatteso, o perché la narrazione rema dalla parte opposta, o perché rema verso un ignoto imperscrutabile i cui contorni si definiscono soltanto alla fine.
Il sigillo della terra (Asengard, 2009) è il secondo volume della saga fantasy I quattro sigilli di Uberto Ceretoli. |
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