Su Altrisogni 5 è presente il racconto lungo La persistenza della memoria, opera di Valentino Peyrano. Avevamo incontrato l'autore già su Altrisogni 3, dove con il racconto Campo di concentramento ci presentava una visione originale dei “problemi” che l’Umanità ha incontrato nella corsa alle stelle.
È la fantascienza, quindi, il tema delle domande che gli abbiamo posto.
Altrisogni: Sei già stato presente su Altrisogni e sei un autore molto attivo, che sta avendo interessanti riconoscimenti. Vuoi parlarci del tuo percorso letterario e di quale direzione stia prendendo la tua scrittura?
Valentino Peyrano: Come molti, scrivevo da giovane, tra gli undici e i vent'anni, ma scrivevo solo per me stesso, senza nemmeno terminare i lavori, nè cercare possibilità di pubblicazione. Nel 2003, dopo 20 anni senza scrivere una riga, ho ricominciato a scrivere racconti. I premi vinti all'Alien e al Robot, le pubblicazioni con Delos e Altrisogni, e altri riconoscimenti, mi stanno stimolando a continuare.
Le prime storie erano del genere fantastico noir, poi di fantascienza, poi ho scritto qualcosa di realismo visionario, per tornare alla fantascienza e in seguito approdare a una sorta di science fantasy, che attualmente sto percorrendo nella stesura di un romanzo.
A.: I lettori italiani di fantascienza sono generalmente lettori forti, tuttavia gli editori che pubblicano fantascienza (tranne alcune eccezioni) sembra che a volte lo facciano perché devono e non perché vogliono davvero spingere tale genere. A tuo avviso qual è la situazione della narrativa di fantascienza in Italia e come potrebbe evolversi?
V.P.: Si dice sempre che la fantascienza non vende. Gli scrittori dovrebbero, se volessero essere letti non solo da lettori di genere, cercare di non ghettizzarsi. Usare, ad esempio, troppi neologismi creati apposta per una storia, genera una sorta di barriera e di difficoltà di accesso ai lettori non avvezzi a questo tipo di narrazioni.
Un giallo ha i suoi schemi, ma non usa delle parole o situazioni inventate che creino distanza tra i lettori "forti" del genere e i non avvezzi. Quante storie di fantascienza usano i loro postulati come qualcosa di assodato, senza alcun impegno nel cercare di dare una visione "esterna" che permetta di entrare passo passo nel mondo che stanno creando! Il loro nuovo mondo è lì, già finito. Se lo si capisce, bene. Se non lo si capisce, che si vada a leggere dell'altro. Ed è quello che poi succede! In questo senso vedo poca consapevolezza e quindi non sono ottimista, almeno sul breve periodo.
A.: La tua fantascienza è spesso ricca di omaggi alle opere di altri autori. In un genere come questo, ciò che è già stato pubblicato quanto funziona come punto di partenza e quanto, invece, come "limite" nei confronti della creatività di chi viene dopo?
V.P.: Più si va avanti, più sarà difficile avere idee completamente nuove. Ma la vera novità, per chi come me è interessato più alla letteratura che al genere, non sta nell'idea in sé, ma nel come la si presenta e come la si sviluppa. Tutti gli autori, anche i più grandi, devono qualcosa a chi li ha preceduti. Il valore è nel saper dare qualcosa di personale alla storia.
Ciò che fa di una storia della vera letteratura, a mio parere, è un insieme di elementi. Le idee da sole non bastano. Una bella idea scritta male ha meno valore di una storia banale ben scritta. Altrimenti non esisterebbero le “Storie di Dublino” di Joyce!
Personalmente non ho alcun modello di riferimento specifico, quando scrivo, e nello stesso tempo tutti i grandi autori sono per me un modello. Da questo punto di vista l'ultimo mio racconto pubblicato da Altrisogni, La persistenza della memoria, è abbastanza emblematico. È composto, per oltre metà della sua lunghezza, da brani di grandi autori uniti insieme come in un mosaico onirico che crea la base di partenza della storia, storia che poi viene svelata nella seconda parte del racconto. Qui il modello è Borges, ma la modalità di composizione che ho provato a utilizzare non mi risulta sia mai stata tentata, né da lui né da altri. È anche un modo per mostrare come ogni parola, ogni frase di una storia classica, possano diventare lo spunto per qualcosa di nuovo. La nostra essenza, in fondo, è fatta di percezione e memoria.
Ringraziamo Valentino per aver condiviso con noi il suo amore per la letteratura e, se ancora non l'avete fatto, vi invitiamo a leggere i suoi racconti su Altrisogni 5 e su Altrisogni 3.
Continuate a seguirci, ci rivedremo presto con Altrisogni 6.
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