venerdì 19 aprile 2013

Lorenzo Crescentini, sangue e sensibilità per Altrisogni 6

Altrisogni 6 si trova a ospitare molti autori che sono alla loro "prima volta" sulle nostre pagine. Vi abbiamo già parlato di Alexia Bianchini, di Lia Tomasich e di Simone Lega. È ora il turno di Lorenzo Crescentini, un autore giovane e prolifico - attualmente studente all’università Alma Mater di Bologna - che si è fatto notare in diversi concorsi letterari (Space Prophecies VII, Kataris 2012). Suoi racconti sono apparsi in antologie targate Delos Books, SensoInverso Edizioni, ST Books e da poco ha inoltre visto la luce la sua prima raccolta personale Occhi senza volto (Editrice GDS, 2012). Altrisogni n.6 ospita il racconto inedito Dopo, nel quale Lorenzo reinterpreta elementi tradizionali del genere horror attraverso una scrittura insolitamente delicata e introspettiva.
Ecco come l'autore ha risposto alle domande postegli dalla nostra Valentina Sanseverino.



Altrisogni: Lorenzo, ci puoi parlare del tuo rapporto con la scrittura e di come sei arrivato a pubblicare?

Lorenzo Crescentini: Qual è stato il mio approccio con la scrittura? Beh, facevo la quarta superiore quando una circolare ci informò di un "concorso di narrativa per gli studenti del liceo". Il racconto che ne seguì si chiamava Péntiti e vinse il concorso (anni dopo lo riscrissi e ora fa parte di Occhi senza volto). Esaltato per la vittoria, decisi di continuare a scrivere. La prima volta che pubblicai un racconto fu per una delle antologie Delos, 365 racconti horror per un anno. All’epoca non sapevo del morbo dell'editoria a pagamento: quando mi decisi a proporre Occhi senza volto, mandai l'opera a 7-8 case, di cui 6 si dichiararono entusiaste di pubblicarmi per un migliaio di euro. Un'altra spiegò che l'opera non rientrava nei loro generi, e una, Editrice GDS, si comportò in modo professionale e mi propose un contratto serio. Ovviamente accettai quest'ultimo. 

A.: Il tuo racconto Dopo richiama l’universo delle zombie fiction, ma si situa su un piano diverso, quello del rapporto con una memoria personale che cela in sé degli orrori, una ricostruzione del proprio vissuto difficile ma necessaria perché possa esserci rinascita. Cosa ti affascina dell’universo horror? C’è qualcosa di “psicoanalitico” nella tua ricerca? 

L.C.: Mi affascina l'idea che la nostra percezione del mondo possa essere sconvolta da un avvenimento inspiegabile. Mi piace l'idea del bambino che apre l'armadio e vi trova veramente l'uomo nero. Perché c'è? Perché sì. Non farti domande, pensa a scappare.
In una storia - sia quando leggo sia quando scrivo - piuttosto che contare il numero di sbudellamenti attuati dal mostro mi interessa sapere se il protagonista vi trova similarità con qualche suo trauma del passato... con il cane feroce dei vicini di casa, magari; piuttosto che un mirabolante scontro finale, mi piace che il personaggio rifletta se, tutto sommato, gli interessa ancora sopravvivere dopo che il mostro ha già ucciso le persone che ama. 

A.: Quali sono i tuoi riferimenti letterari? Hai l’abitudine di confrontarti con la scrittura di altri autori contemporanei che, come te, trovano spazio di pubblicazione all’interno di riviste e raccolte di genere? 

L.C.: Mi piace la narrativa straniera, leggo Stephen King, Lovecraft, Crichton, Asimov etc.
Ammetto di leggere poco i "colleghi" nostrani, ma mi sono ripromesso di rimediare a questa lacuna: proprio ora ho sul comodino Il diacono di Andrea G. Colombo (Gargoyle, 2010) e I senza tempo di Alessandro Forlani (Urania Mondadori, 2012), nonché l'antologia Symposium curata da Alexia Bianchini (GDS Edizioni, 2012). A gennaio sono entrato a far parte degli autori della Collana Imperium (serie di ebook a 99 cent a cura di Diego Bortolozzo) e ho avuto modo di leggere altre produzioni made-in-Italy che consiglio a tutti gli amanti della fantascienza e del fantastico in generale. Anche tramite Facebook e qualche forum ho avuto l'opportunità di conoscere autori più o meno affermati e trovo che sia una cosa molto importante, per chi vuole scrivere, esporsi al confronto e alle eventuali critiche e saperne trarre miglioramenti per il futuro.


Le risposte sincere e precise di Lorenzo Crescentini sono sintomo di una personalità riflessiva, di una sensibilità che è riconoscibilissima anche nelle sue opere.
Non a caso il suo racconto Dopo interroga, attraverso le riflessioni della protagonista, il rapporto con gli affetti, l’identità, il ricordo e, ancor più, con quello che scegliamo di non ricordare.
Speriamo di aver suscitato la vostra curiosità e, perché no, la voglia di lasciar sconvolgere la vostra realtà dall’universo di questo giovane autore.
Venite a leggerlo sul prossimo Altrisogni n.6.



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