lunedì 15 aprile 2013

Simone Lega: verismo magico per Altrisogni 6

L'imminente Altrisogni 6 ospiterà per la prima volta un'opera dell’autore siciliano Simone Lega. Vincitore dei premi letterari USAM Showdown – racconto dell’anno 2009 e INarratori 2010, Simone non si limita a scrivere racconti (ne ha già pubblicati vari in diverse rubriche e antologie): ha composto testi per il Teatro Instabile di Siracusa, è promotore degli spettacoli-reading Storie di gente che non c’è e Amare per Forza e, dal 2011 fino alla chiusura, è stato caporedattore del blog di Edizioni XII.
Il suo racconto La preghiera, che potrete leggere su Altrisogni n.6, ha la forza di parlarci di persone concrete, di vite vere, in cui l’elemento fantastico si insinua come parte integrante del tessuto regionale. Abbiamo modo di conoscere meglio Simone grazie all'intervista realizzata dalla nostra Valentina Sanseverino.




Altrisogni: Simone, la trama del tuo racconto La preghiera è intessuta di passione, gelosia, vendetta e al contempo ci parla di streghe e malocchio. Sono temi di cui la tua terra, la Sicilia, è fertile. Quanto il tuo territorio nutre la tua creatività? Spesso la narrazione fantastica è ambientata in universi di portata globale, multiculturale, mondi che sfuggono a una definizione specifica. La tua scrittura vuole dimostrare che il genere può, invece, connotarsi di colori regionali?

Simone Lega: In effetti, la mia terra è una vera miniera di suggestioni. Per lavoro mi trovo spesso a viaggiare attraverso la Sicilia orientale, soprattutto nei paesini, e sicuramente gran parte dei racconti che ho scritto hanno avuto origine da una passeggiata, da uno scorcio tra le colline, da un anziano su una sedia di vimini in un cortile abbandonato, da un buco in un una finestra sbarrata di una casa diroccata. È stato così anche per La preghiera. Un giorno ho concentrato la mia attenzione sulle vertiginose colonne della zona industriale di Priolo e mi è venuto un brivido all’idea delle persone che per lavoro salgono fin lassù. Da questa sensazione è nato il racconto. Per rispondere alla seconda domanda, credo che il genere acquisti maggior fascino e verità se ambientato in posti familiari e magari corredati da specifiche tradizioni. Ne abbiamo esempi illustrissimi: Buzzati, Corona con quella meraviglia di romanzo che è Storia di Neve e non ultimo Danilo Arona.

A.: Come sei arrivato alla scrittura? Credi nell’utilità di corsi e manuali?

S. L.: Quando avevo undici anni la mia insegnante d’italiano ci diede come compito in classe un tema dal titolo: Se avessi le ali. Ebbi una specie di illuminazione e invece del tema scrissi un racconto. Se non ricordo male si chiamava “Il cavaliere volante”. Da allora non ho più smesso. Non ho mai seguito corsi specifici, ma una volta acquistai un manuale, o forse me lo regalarono. Penso che i consigli di chi ha più esperienza facciano molto bene, ma non ci sono formule magiche, nessuno può farti diventare un buon narratore con un corso o un libro. Tuttavia scrivere non è una faccenda semplice, non credo si possa improvvisare. Non ci vuole niente ad annoiare un lettore e a spingerlo a mettere da parte il tuo libro per un paio di frasi troppo lunghe. Quindi sì, direi che non sono contrario a corsi e manuali. Insegnano a organizzare le idee e a esprimersi meglio costituendo una chance in più.

A.: Hai scritto testi per il Teatro Instabile di Siracusa e sei promotore di spettacoli-reading. Ci è già capitato di parlare, in sede di Altrisogni, del rapporto tra narrativa fantastica e cinema. Qual è, invece, secondo te, il rapporto col teatro? Esiste uno spazio teatrale per il genere fantastico (nei suoi vari sottogeneri)?

S. L.: In base alla mia limitata esperienza, direi di sì. Scrissi anni fa un copione horror per uno spettacolo che poi arrivò in finale al Premio Montevergini di Palermo. Lo arrangiai in maniera surreale perché, secondo me, il teatro si presta molto bene a questo stile. Il pubblico uscì dal teatro abbastanza spaesato; in effetti, non è il tipico spettacolo che uno si aspetta di vedere in scena, ma a mio parere cose del genere possono funzionare molto bene ed emozionare, probabilmente, più di quanto non possa fare una pellicola in una sala cinematografica.


La concretezza e la ricchezza della scrittura di Simone Lega sono forse spiegabili proprio grazie al suo legame con il teatro. Ne La preghiera l’effetto di spaesamento causato dall’elemento magico diventa “rivelazione” per i personaggi, abituati a guardare sempre la stessa faccia della realtà. Questo meccanismo mostra quello che è uno dei ruoli dell'elemento “magico” nella narrativa: fungere da campanello d’allarme, tenerci desti, mostrarci a noi stessi nella nostra natura profonda.
All'interno di Altrisogni n.6 potrete constatare l'uso fatto da Simone di questo strumento narrativo. Vi aspettiamo!

Nessun commento:

Posta un commento