lunedì 28 luglio 2014

Concorsi letterari e soddisfazioni inaspettate

A noi di Altrisogni il racconto piace molto, questo ormai lo sapete. La sua brevità e agilità aiuta a far emergere lo scrittore di talento: solo chi è bravo può comunicare una storia efficace in poche battute. Questo ci porta a guardare con interesse anche ai concorsi e premi letterari. Crediamo che ogni autore debba partecipare a quanti più concorsi gli è possibile, perché la competizione porta al confronto, alla ricerca di nuove capacità, alla soddisfazione di affrontare una sfida con paletti precisi quali tema, genere, numero limitato di battute. Insomma, crediamo che i concorsi e i premi siano ottime palestre per chi vuole scrivere, e occasioni perfette per scovare valida narrativa.
Durante lo svolgimento del Premio Letterario "F. M. Crawford" dello scorso anno abbiamo notato – in veste di giurati – qualcosa che in realtà era proprio sotto i nostri occhi: i vincitori non sono gli unici che riescano a trarre vantaggio da un concorso letterario.



Vai a Ore nere - Otto racconti del terrore
Il Crawford edizione 2013 ha visto quasi 100 racconti iscritti e una giuria composta da molte delle più interessanti realtà editoriali italiane legate all'horror. Se il vincitore assoluto Simone Carletti ha ottenuto visibilità, pubblicazione in un’edizione cartacea e numerosi libri in premio, altri autori che hanno partecipato al Premio Letterario senza vincerlo hanno ottenuto qualcosa in cui di certo non speravano: una pubblicazione in antologia, un contratto editoriale con royalties, un supporto promozionale.
Stiamo parlando delle scrittrici e degli scrittori i cui racconti sono stati inseriti nella nostra antologia Ore nere – Otto racconti del terrore, pubblicazione che ha inaugurato la collana Altrisogni presenta. Ma perché tutto questo suona così speciale? Perché a questi autori è capitato qualcosa di insolito (ma per fortuna non raro): sono stati notati, senza aver né vinto né pagato nulla.

Dopo aver letto tutti i racconti, da bravi giurati, e dopo aver individuato il vincitore assoluto e quello del Premio Speciale Altrisogni, ci siamo ritrovati con un gruppo di componimenti che staccavano nettamente il resto delle opere in gara. Racconti forti, efficaci, che hanno lasciato il segno. È stato allora che ci è venuta l'idea di fare tesoro di quell'esperienza, di sfruttarla come un'operazione di scouting per individuare autori da mettere sotto contratto. E così è nata l'antologia Altrisogni presenta: Ore nere, un progetto a cui non avevamo pensato, un'occasione a cui gli autori sono approdati senza che se ne vedesse traccia all'orizzonte quando si sono iscritti al premio.
Solo tempo dopo abbiamo scoperto che anche qualcun altro aveva visto nella partecipazione al premio letterario un’occasione per essere notato. Si tratta di una penna che ci ha particolarmente colpiti e abbiamo voluto intervistarla, perché ha una storia che merita di essere raccontata dalla sua stessa voce. Si tratta di Valeria Barbera, autrice del racconto Squali, una storia forte e intensa, che ci ha stupiti per potenza e qualità della scrittura...



Valeria Barbera, autrice del racconto "Squali"
#1
Altrisogni: Valeria, il tuo Squali ci ha impressionati, ma ci ha colpito molto anche il motivo della tua partecipazione al "Crawford". Vuoi parlarcene?

Valeria Barbera: Sulle prime non progettavo di partecipare al Premio, avevo letto il bando di sfuggita. Un giorno, tornando sul blog dedicato, lessi la composizione della giuria: Gordiano Lupi, Stefano Di Marino, Simonetta Santamaria, per citarne alcuni, e dulcis in fundo Altrisogni. Non pensai alla possibilità di vincere, mi solleticava l’idea di essere valutata in modalità cieca da quella giuria di professionisti. Soprattutto, speravo di farmi notare da Altrisogni, alla quale puntavo da un bel po’. Colgo l’occasione per ringraziare nuovamente Altrisogni e dbooks.it per aver realizzato questo desiderio.


#2
A.: Come mai non hai pensato, invece, di contattare Altrisogni e proporre le tue opere secondo un iter più "tradizionale"?

V.B.: Conoscevo da tempo la rivista, tuttavia non avevo mai spedito racconti perché sono un’artista nel sottovalutarmi. Non corrispondo allo stereotipo dello scrittore esordiente, convinto di scrivere capolavori. Anzi, assomiglio più a Harry Potter: sono un orfanello che apprende di essere un mago solo nel momento in cui glielo dice qualcuno. Ma sto imparando a valutarmi correttamente.



#3

A.: Sappiamo che hai partecipato a diversi altri concorsi e premi letterari. Cosa ti ha dato questo genere di esperienze?

V.B.: Innanzitutto lo sprone a terminare i racconti. Avere una scadenza fissata da altri consente di pianificare meglio il lavoro, senza accampare scuse. Inoltre gli stessi esiti dei concorsi valgono come feedback, aiutano a capire se una storia è matura o se bisogna lavorarci ancora.


#4
A.: Parlaci di Squali: è un'opera nata per raccontare una storia che avevi dentro, oppure è un prodotto confezionato appositamente per il Crawford?

V.B.: Squali ce l’avevo in gola. È il mezzo con il quale ho voluto vendicare le vittime della Camorra. L’avevo scritto per partecipare al Premio Algernon Blackwood II edizione, difatti la versione originale del racconto era più corta rispetto a quella attuale. Ottenni una segnalazione e gli organizzatori precisarono che avevo sfiorato la finale. Lo ritoccai e lo spedii a una edizione del Premio WMI, ma non combinò niente. Infine, approfittando del maggiore spazio previsto dal bando del Premio Crawford, lo ampliai. Prima di procedere, però, studiai le preferenze dei giurati e i consigli che avevano dato ai partecipanti.



#5
A.: Senza scadere in un banale sessismo, scoprire che la penna di Squali era femminile ci ha davvero stupiti, perché lo stile che hai utilizzato è molto lontano dagli stereotipi associati alle scrittrici italiane. Che tipo di "scrittura" (volutamente senza genere sessuale) si nasconde dentro il tuo essere donna?

V.B.: Diversi colleghi del forum WMI, che mi conoscono, saprebbero cosa rispondere. Ma richiederebbe un discorso lungo - sui generi - che comunque è visibile nei miei stili e nelle mie storie. Mettiamola così: talvolta la mia scrittura non rientra nelle aspettative evocate dal nome femminile, perciò ben vengano i concorsi a valutazione cieca, dove posso farmi leggere senza finire “castrato” dagli stereotipi.


#6
A.: Ti è mai capitato di confezionare un racconto o un romanzo appositamente per uno specifico editore o per uno specifico tipo di pubblico? Cosa ne pensi di questa scrittura "mirata"?

V.B.: Mi è capitato. Non la ritengo una “prostituzione letteraria”, come sostiene qualcuno,  ma uno stimolo per la creatività e un allenamento per chi vuole diventare professionista.  Il bravo scrittore riesce sempre a soddisfare le sue esigenze, quelle dell’editore e quelle del pubblico. 


#7
A.: Secondo te, che ruolo deve avere oggi uno scrittore di narrativa fantastica, in Italia? A cosa dovrebbe dedicare le proprie energie?

V.B.: A indicare la strada per uscire dalla crisi in maniera costruttiva. C’è bisogno di innovare, non di distruggere. La narrativa fantastica, soprattutto la fantascienza, può aiutare la gente a cambiare modo di approcciarsi alla vita, mostrando i problemi per ciò che sono: opportunità di crescita.


#8
A.: A cosa ti stai dedicando in questo periodo? Nuovi racconti? Concorsi? Un romanzo?

V.B.: Sto editando un racconto con della fantascienza un po’ particolare, la cui scrittura mi ha molto appassionata; poi ne ho in elenco almeno altri sei, di vari generi. Concorsi? Non ho ancora deciso quali. Riguardo ai romanzi, tempo fa uno scrittore professionista mi raccomandò di cimentarmi al più presto. Ho dei soggetti sui quali lavoro in gran segreto e anche idee per saghe a episodi.


Ringraziamo Valeria, autrice che abbiamo scoperto grazie al suo Squali durante il Premio Crawford 2013. Racconto che è entrato insieme ad altri sette “crawfordiani” nella nostra Altrisogni presenta: Ore nere. Servono davvero altre parole per dimostrare come i concorsi letterari meritino attenzione? Secondo noi sì: servono le vostre parole scritte, quelle che comporranno racconti e romanzi da inviare alle selezioni.
Nessuno può sapere che strada percorrerà un'opera. Ma una cosa è certa: fino a quando resta in un hard disc non giova a nessuno. Parafrasando una massima di natura differente, se uno scrittore scrive un racconto ma nessuno lo legge, possiamo dire che quel racconto sia stato davvero scritto? Secondo noi vale la pena di lanciarlo forte e lontano, quel racconto, partecipando e gareggiando: non sempre il "premio" arriva con la vittoria, a volte i risultati importanti si concretizzano solo in seguito, anche in modo inaspettato!
E il Crawford ha già inaugurato la sua edizione 2014...

3 commenti:

  1. La vignetta con Snoopy rappresenta esattamente come mi sentivo nell'arrivare in finale al Premio Crawford, ma ancora di più quello che ho provato nel momento in cui ho ricevuto la vostra proposta. Grazie :)

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  2. Non smetterò mai di ringraziare i ragazzi di Altrisogni per la stupenda e imprevedibile opportunità che ci hanno offerto con la pubblicazione dell'antologia Ore nere. Ora però cresce l'ansia da prestazione e cimentarsi nella seconda edizione del premio Crawford diventa più difficile...
    Valeria: è una perfezionista e proprio per questo spesso non si lancia come invece dovrebbe. Ma di sicuro queste occasioni la aiuteranno a prendere coraggio e allora vedrete di cosa è capace!
    :-)
    Lia Tomasich

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  3. Bellissima intervista, complimenti Vale!
    E come la nostra Lia ringrazio anch'io la redazione di Altrisogni, sono dei ragazzi eccezionali e molto, molto professionali.
    In bocca al lupo a chi deciderà di prendere parte all'edizione Crawford 2014 :)
    Sandy

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