Roberto, nato a Malta nel 1981, è scrittore e sceneggiatore e ha vinto diversi concorsi letterari di narrativa fantastica, tra cui i premi Robot, John W. Polidori e Short-Kipple. I suoi racconti sono inclusi in antologie di diversi editori e “Stasis”, primo racconto scritto in inglese, verrà pubblicato negli Stati Uniti dalla rivista online Daily Science Fiction.
Confusi è un'opera che, quando è giunta in redazione, ci ha colpito subito per l’atmosfera malinconica e disperata e per il modo in cui riesce a tratteggiare, con immagini vivide, una storia d’amore particolarmente contrastata. Vi consigliamo di leggerla su Altrisogni Vol.1, insieme ad altri 6 racconti inediti di vari autori (acquistabile su dbooks.it e su Amazon.it, al prezzo di 2,99 euro).
Nel frattempo, conosciamo meglio Roberto...
Altrisogni: Il tuo racconto Confusi parla di un fenomeno globale - quasi una pandemia - insolito e devastante. Hai mai pensato di usare questo elemento narrativo per una storia più lunga, ad esempio un romanzo? Lo faresti?
Roberto Bommarito: Passare dalla narrativa breve a quella lunga è un passo che in parte ho già intrapreso. Sole Luna, la mia prima graphic novel che verrà pubblicata in collaborazione con Electric Sheep Comics ed Edizioni Valletta, vedrà infatti la luce nel 2015/16. Fatta eccezione per i racconti brevi in lingua inglese destinati al mercato statunitense, però, quella del romanzo è una strada che mi sento in qualche modo obbligato a intraprendere, anche a costo di rinunciare alla forma breve per quanto riguarda i racconti scritti in italiano. Dopo aver vinto il Premio Robot, il Premio Short-Kipple e, insieme alla talentuosa autrice emergente Alessandra Lusso, il Premio Polidori per la letteratura horror, sento di dover fare il salto, a meno che non voglia rischiare di rimanere intrappolato esclusivamente nell'ambito della narrativa breve. Ciò che non so ancora è se userò una delle idee già esplorate in uno dei miei racconti brevi, come quella di Confusi appunto, o se si tratterà di qualcosa di assolutamente nuovo.
A.: Confusi parla anche e soprattutto della "dissoluzione" di una coppia di innamorati. Su diversi piani. Qual è la genesi di questo racconto?
R.B.: La genesi parte da alcune esperienze personali. Le crisi inaspettate, i punti di svolta, quelli di rottura. Ho sempre vissuto rapporti complessi con donne complesse: ciò mi ha portato per forza di cose a riflettere su quanto difficili possano essere gli equilibri con l'altro sesso. A trentaquattro anni credo di avere molte meno certezze di quante ne avessi a quindici, quando credevo che l'amore fosse un sentimento risolutivo. L'amore avrebbe eliminato qualsiasi altro problema, così ero convinto. Una volta raggiunto, non ci sarebbe stato più bisogno di lottare, non davvero: tutto sarebbe stato accompagnato da una bella colonna sonora in sottofondo. Guardare troppa TV mi diede una visione romantica dei rapporti umani che nel tempo mi ha causato non pochi guai. Solo con l'esperienza, ho poi dovuto capire che l'amore non risolve i problemi: semmai li causa.
Confusi parla proprio di questo. Di come a volte possa essere l'amore stesso causa di problemi, di caos, di confusione appunto.
Altrisogni Vol.1 contiene 7 opere di narrativa fantastica di Abietti, Bommarito, Dadich, Grazzini, Guarnieri, Lega e Cappi. |
R.B.: In realtà l'azione c'è: ma non è l'azione targata Hollywood, per quanto a volte ci voglia anche quella, perché no? È un tipo di azione diversa: è l'azione dei rapporti umani, degli scontri, della lotta fra due persone con desideri che di colpo si rivelano opposti. La prima è in cerca di certezze, la seconda invece ne è terrorizzata. Credo che una buona storia, per essere tale, debba narrare di scontri. Quando le persone vanno d'accordo, quando si possono sentire gli usignoli cantare nel bosco, quando si ama il prossimo come se stessi non accade un cazzo. Dove c'è la pace non esiste una storia, perché la serenità è di per se un punto di arrivo, non di partenza.
A.: Il fenomeno della "Confusione" presentato nella tua opera potrebbe supportare lo sviluppo di un'intera epopea narrativa. Pensi che sfrutterai questo "generatore di storie"?
R.B.: Ho notato che, anche senza volerlo, mi trovo spesso a raccontare idee che sono metafore dei rapporti umani. In Confusi si parla della forza distruttiva, non costruttiva, che può avere l'amore. In altri racconti, come ad esempio in Tavolo zero, parlo invece di come il tempo possa determinare una relazione. Penso che, volente o nolente, sia naturale per me esprimermi secondo questo tema, secondo questo registro.
A.: Sei il primo autore "non italiano" che abbiamo il piacere di ospitare su Altrisogni. Ritieni ci siano elementi distintivi della cultura della tua isola, Malta, che confluiscono nella tua scrittura?
R.B.: Malta è un'isola incredibilmente ricca di spunti, nonostante le sue piccole dimensioni. Non è stata però l'isola in se a influenzare la mia scrittura. A farlo, semmai – e qui mi riallaccio al discorso di prima riguardo agli scontri – è stato il rapporto conflittuale che ho avuto con essa. Ho vissuto in prima persona da bambino quello che in inglese viene definito “culture shock”, il senso di alienazione, il sentirsi diverso, mai parte integrante di una cultura che era mia solo in parte. Così come, d'altro canto, lo è solo in parte quella italiana. Non appartengo davvero a nessuna cultura specifica. Questo senso di solitudine può essere terrificante da bambini e destabilizzante da adulti. Nella scrittura cerco forse un senso d'appartenenza che continua a sfuggirmi.
Dopo questa chiacchierata ci pare di comprendere meglio l'origine di alcune atmosfere e di certi aspetti emozionali presenti nel racconto Confusi. Ringraziamo perciò Roberto Bommarito per averci voluto rivelare qualcosa di sé e della sua scrittura, e ringraziamo voi per averci seguito fin qui. Vi aspettiamo con l'intervista al prossimo autore... Ma soprattutto vi aspettiamo sulle pagine di Altrisogni Vol.1!
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